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Less is more

  • Immagine del redattore: THE WANTED SOCK
    THE WANTED SOCK
  • 10 gen 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Una frase coniata negli anni ’50 da un architetto tedesco minimalista che tuttavia risulta sempre attuale, in particolare ai giorni nostri, in cui la lotta al consumismo estremo e allo spreco ha assunto un carattere dominante nelle tematiche ecologiste e ambientaliste. Questa frase è diventata il fulcro del minimalismo, nato intorno agli anni ’60, e si è materializzata in svariate espressioni artistiche e intellettuali che della ricerca ed esaltazione dell’essenziale hanno fatto il loro caposaldo.

Gli artisti dipingevano un mondo fatto di forme geometriche semplici, gli architetti progettavano spazi multifunzionali, gli scrittori pubblicavano opere stringate e gli stilisti creavano abiti semplici sui toni del bianco e del nero.

E proprio di loro vogliamo parlare, di quella moda fatta di tagli dritti e lineari, capi semplici e sartoriali, colori neutri e accessori attentamente calibrati. Parliamo di una moda in cui si dava maggior valore alla qualità dei capi rispetto alla quantità, di una moda che non ha subito gli effetti del tempo in quanto si ispirava ai pilastri del fashion, la t-shirt bianca, la classica camicia, la gonna midi plissettata, i jeans dal taglio dritto, tutti capi che se ci pensate ritroviamo ancora oggi.

L’idea era quella di creare una moda che non passasse mai di moda, che non dovesse subire la vanità del consumismo, che dovesse resistere nel tempo per la qualità che la distingueva e soprattutto, perché libera da orpelli e

fronzoli, la moda si rivelava nella sua natura più autentica. E ci avevano visto lungo, perché i capi iconici della moda minimalista, oggi vengono definiti i must have nelle riviste di moda, cioè gli unici capi che davvero non possiamo non avere nell'armadio!


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